Ukulele Revolver. Recensione al primo CD di Danilo Vignola
Mi accingo a fare la recensione del primo cd di Danilo
Vignola in coppia con il percussionista Giò Didonna. Al suo interno ci sono varie
collaborazioni importanti, ne cito un paio come esempio: Martin Cockerham e
Rocco Mentissi. Non vi dico in quali brani li troverete perché così, se volete
saperlo, dovrete comprare il cd. :-D
Il settimo brano si intitola “Vi cumm abball’ bell”. Questo mi ha fatto pensare ai vecchi cartoni animati giapponesi, quelli con i robot e ora vi spiego perché. Mi ha fatto pensare alla fine di quei cartoni animati, quando il malvagio di turno è stato finalmente sconfitto e si ha la certezza che la guerra è finita. A questo punto entra in scena questo brano, che riunisce tutti i protagonisti in una festa sfrenata e liberatoria. L’ottavo brano è “Black Daddy”. Chiudendo gli occhi mi sono ritrovata in un locale futuristico, tipo quelli che si vedevano nei film e nei telefilm degli anni ’70, ad ascoltare musica. Ma un locale che ha anche qualcosa di retrò e in cui si ascolta blues degli anni ’30. Un mix tra passato e futuro che in un certo senso unisce il passato e il futuro prendendo da entrambi solo le parti migliori. Il nono brano è “Purple Swam” e fa concorrenza al quinto per essere il migliore del cd, ma questo è anche e soprattutto questione di gusti personali. E’ particolarissimo questo brano, ci ho visto il raggiungimento di uno scopo, un sogno, da parte di qualcuno. E fa sentire la fatica e l’impegno messi per raggiungere questo sogno, la soddisfazione di esserci riusciti ed infine l’ottimismo per il futuro che questo obiettivo raggiunto ha portato. Il decimo brano si intitola “Jam with me”. L’ho trovato liberatorio e per certi versi anche romantico, lo so che chi lo conosce forse può stupirsi di questa mia affermazione ma il perché è semplice da spiegare. E’ un brano che fa venire voglia di ballare, un ballo sfrenato in cui si buttano fuori tutte le energie represse. Ma ciò viene alternato da momenti in cui l’energia la si scarica ballando semplicemente tenendo stretti a sé il proprio partner. E’ un’alternanza di queste due immagini che vedo chiudendo gli occhi ed ascoltando questa canzone. L’undicesimo brano è “Starway to good wine”. E’ un turbinio di immagini astratte e piene di colori, comunque che trasmettono tutte qualcosa di positivo e allegro. Potrebbe essere quel che si vede quando ci si ubriaca con un “buon vino”, per stare un poco in tema visto parte del titolo del brano, un qualcosa che ci fa sentire in pace con noi stessi. Il dodicesimo e penultimo brano è “Gino’s wine”. Un brano particolare, che racchiude secondo me i balli popolari orientali con quelli russi. E’ come vedere uno spettacolo in cui si alternano balli popolari di queste due tipologie di persone. L’ultimo brano si intitola “Oriental Wood”. Penso sia il brano ideale per chiudere questo cd. Lascia l’allegria nel cuore e ti ritrovi alla fine del cd con il sorriso sulle labbra, che poi è il tema principale di tutto il cd. Mette di buon umore, fa sognare e fa venire voglia di ballare. Penso che siano tre ottime cose per un cd, perché ascoltare musica non deve portare alla fine ad essere tristi. Almeno questo è il mio pensiero personale. A proposito di ciò, voglio ribadire che ogni cosa che ho scritto su ogni brano è semplicemente quello che ho sentito io ascoltandolo, un giudizio molto personale. Ma spero che abbia incuriosito e che faccia sì che le persone comprino questo cd. Lo consiglio ad ogni appassionato di ukulele, ma non solo. Anche a chi vuole avere un cd originale che non si trova ovunque. Ora fatemi spendere due parole per i principali protagonisti di questo cd: Giò Didonna e Danilo Vignola. Io ho avuto la fortuna di vederli di persona, e li rivedrò al Meeting a Caldogno di cui parlerò in un prossimo articolo, lasciatemi dire che Didonna è un percussionista eccezionale, unico! Poi vedere Vignola suonare l’ukulele è… da rimanere senza parole. Sembra, nel suo pizzicare le corde, che le stia accarezzando e non suonando. Come si può accarezzare il viso di un bambino, con la stessa dolcezza. E nonostante ciò tira fuori dei suoni da questo piccolo strumento che sono un portento. A New York nel 2010 ha vinto il premio come miglior ukulelista di ukulele elettrico al mondo. Penso che questo duo merita molta più visibilità di certi cantanti e musicisti che sono alla ribalta, televisiva e non, in questo periodo in Italia. E spero che prima o poi la gente se ne accorga veramente.
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