Dai salotti ai college della West Coast
Nel 1896, a Portland,
nell’Oregon, Mrs C.R. Templeton, la quale tre anni prima aveva visitato
le Isole Hawaii, era solita intrattenere le signore dello Women’s Club,
intonando “Aloha ‘Oe” con il suo ukulele. Sebbene molti musicisti
professionisti fossero uomini, le signore della buona società avevano i loro
spazi musicali nei salotti e nei club. A San Francisco, due anni dopo, un
sestetto femminile si esibisce al California Club, intonando canzoni hawaiane,
con due taropatches (un cugino, diciamo, dell’ukulele, strumento
costituito da 5 corde) e quattro ukulele.
In estate, durante le crociere nel sud della California, Miss Daisy Cartwright di Oakland, intratteneva gli ospiti suonando canzoni hawaiane con il suo ukulele, accompagnando al canto Miss Harriett E. Howe di Los Angeles. La California è il primo contatto della musica hawaiana con la terraferma, e in molti Club della West Coast l’ukulele si diffonde a macchia d’olio grazie alle giovani studentesse dei college e grazie al fatto che le donne erano le prime acquirenti degli spartiti per ukulele. In questo contesto il mercato musicale trova linfa vitale. Gli studi sociali sulla nascita e la diffusione della musica in America, rilevano come la decisione finale sull’acquisto di un grammofono spettasse alle donne. L’ukulele era considerato perfetto per il “gentil sesso”, per le dimensioni, il suono dolce, per le tonalità da soprano e la facilità con cui si suonava, poiché non richiedeva grandi doti tecniche. Nonostante questo pregiudizio (poichè non c’è strumento adatto all’uomo o alla donna, se non in termini di attitudini musicali, studio rigoroso e grande talento), si può dire che dai salotti della buona società e dagli ambienti universitari, insieme agli altri contesti sociali, si prepara il terreno per il grande trionfo dell’ukulele nel secolo successivo e nei Ruggenti Anni Venti.
(fonti: “The Ukulele. A History”. By Jim
Tranquada and John King)
Edward Holstein’s Chords of the Taro-Patch Guitar,
pubblicato a Honolulu nel 1894,
è statio il primo in una lunga serie di pubblicazioni
di libri didattici per ukulele.
L’immagine è una cortesia degli Archivi di Stato delle Hawaii
pubblicato a Honolulu nel 1894,
è statio il primo in una lunga serie di pubblicazioni
di libri didattici per ukulele.
L’immagine è una cortesia degli Archivi di Stato delle Hawaii
In estate, durante le crociere nel sud della California, Miss Daisy Cartwright di Oakland, intratteneva gli ospiti suonando canzoni hawaiane con il suo ukulele, accompagnando al canto Miss Harriett E. Howe di Los Angeles. La California è il primo contatto della musica hawaiana con la terraferma, e in molti Club della West Coast l’ukulele si diffonde a macchia d’olio grazie alle giovani studentesse dei college e grazie al fatto che le donne erano le prime acquirenti degli spartiti per ukulele. In questo contesto il mercato musicale trova linfa vitale. Gli studi sociali sulla nascita e la diffusione della musica in America, rilevano come la decisione finale sull’acquisto di un grammofono spettasse alle donne. L’ukulele era considerato perfetto per il “gentil sesso”, per le dimensioni, il suono dolce, per le tonalità da soprano e la facilità con cui si suonava, poiché non richiedeva grandi doti tecniche. Nonostante questo pregiudizio (poichè non c’è strumento adatto all’uomo o alla donna, se non in termini di attitudini musicali, studio rigoroso e grande talento), si può dire che dai salotti della buona società e dagli ambienti universitari, insieme agli altri contesti sociali, si prepara il terreno per il grande trionfo dell’ukulele nel secolo successivo e nei Ruggenti Anni Venti.
Articolo scritto da:
Francesca Biagi
http://www.francesfollies.com/
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