Ukulele Festival of Scotland (Scozia)

Il consueto rito del preparare i bagagli stando attenti a non sforare con il peso è
ormai routine per queste partenze.
In Scozia si vola RyanAir, con le meticolose misurazioni di peso e dimensioni di
ciascun trolley. Beh, stressante!
Si parte. Venerdì 27 aprile. Arrivati all’aeroporto di Edimburgo, un tassista gentile
ci accompagna all’Holiday Inn di Dumfries, sede del festival. La stessa dell’anno
precedente. Che strano tornarci!
Accolti stupendamente, con regali vari, prendiamo possesso delle stupende stanze
dell’hotel.
La prima sera siamo di Jam with the stars. In pratica, ci esibiamo nella hall dell’hotel,
invitando i presenti a suonare con noi canzoni del nostro repertorio o prese dal
songbook ufficiale del festival. E si beve buona birra scozzese!
Il sabato è giorno di workshop. La mattina iniziamo con il nostro “ukulele in a
band” in cui più di 30 persone studiano le varie parti di canzoni famose per suonarle
tutti insieme come un’orchestra di ukulele.



Il pomeriggio, dopo essere stati giudici di una competizione per ukulelisti emergenti,
arriva il workshop di Ukulele Basso, in cui il nostro Daniele trasmette la sua
esperienza ai presenti, con trucchi, esercizi di tecnica, ed altro.
Una serata ancora tra jam e buona birra.


Domenica. Arriva il giorno del concerto. Sound check velocissimo. Dei tecnici audio
efficientissimi ci mettono subito a nostro agio, con pazienza e professionalità.
Arriviamo al nostro momento del festival. Avevamo 15 minuti in meno rispetto
all’Australia, ma volevamo lo stesso far ballare tutti. Ci era stato detto di non sforare
con il tempo. In modo categorico! Il pubblico sembrava meno scalmanato di quello australiano. Un pubblico che ci sembrava molto più attento e soprattutto, sempre seduto. Proprio per questo motivo
avevamo deciso di tagliar via il rock’n’roll dalla scaletta.
Iniziamo. Subito scatta qualcosa. Tanta energia dal palco e dalla sala. Al secondo pezzo scatta un super applauso che ci carica. Scorrono via i pezzi e soprattutto i 30 minuti. Al termine dell’ultimo brano (Another Brick in The Wall) arriva una standing ovation. Ci siamo guardati tra noi.

Avevamo rispettato i tempi, si, ma il pubblico era in piedi e ci chiedeva di suonare
ancora. Beh… abbiamo iniziato a suonare il nostro rock’n’roll. Abbiamo ‘rubato’
qualche minuto in più, ma con una sala che ballava scalmanata. Beh si, anche i
freddi scozzesi, sono saltati dalle sedie e ci hanno omaggiato ballando sulla nostra
musica. Vedere Linda e Stuart, gli organizzatori del festival, ballare, nonostante
stessimo fuori dai tempi, è stato super.

Abbiamo ricevuto un sacco di abbracci e complimenti da tante belle persone, che
hanno apprezzato la nostra carica e il nostro punto di vista sull’ukulele.
E per finire, una cena privata con tutti gli artisti e lo staff del festival, che è poi
sfociata in una jam notturna. Con chi? Ero lì a suonare con James Hill e Remco,
con gli Opera Lele e tanti altri. Una di quelle cose che quando succedono, te la devi
godere e pensare a quanto sei fortunato ad esserci.3 giorni intensi in Scozia. Pieni di tanta musica. E di belle persone.
E tra poco, si parte per Israele. E la storia continua...


Articolo scritto da:
Daniele Vacca

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