Dove nacque la prima musica

I manufatti arrivati fino a noi mostrano quanto era importante la composizione
musicale nelle civiltà più antiche del mondo, per esempio in: Mesopotamia, Egitto,
India e Cina settentrionale. Già circa 4500 anni fa esistevano centinaia di musicisti
al servizio sia di governanti laici che religiosi. Infatti all’epoca il canto aveva
un’importanza fondamentale nei rituali religiosi, mentre i musicisti di corte erano
indispensabili per accompagnare le cerimonie di Stato e i banchetti. Un manufatto
sumero chiamato “lo stendardo di Ur”, che oggi si trova al British Museum, mostra
due donne (una suonatrice di lira e una cantante) che con la musica intrattengono
il re ad una festa. Gli strumenti più antichi a corda tutt’ora esistenti sono alcune
lire sumere di pregevole fattura. Ma i Sumeri suonavano anche altri strumenti
come: arpe, liuti, flauti in legno e ad ancia, oltre che a percussioni come tamburi,
tamburelli, crotali e il sistro che è uno strumento di metallo da scuotere. Ci è stato
tramandato che le civiltà in Mesopotamia, man mano che si succedettero, continuarono
la tradizione musicale. Per esempio i re assiri, presenti in Mesopotamia
dal 2000 al 700 a. C., tennero un’orchestra e un coro di corte che davano spettacoli
per “allietare i cuori della gente”. La musica, con tamburi e trombe, veniva usata
anche dall’esercito assiro nelle campagne per inviare ordini e messaggi. La musica
non veniva utilizzata solo per questi scopi, ma veniva suonata anche dai pastori
mentre accudivano i loro greggi. In questo caso venivano suonate delle canne, mentre
il suono del tamburo accompagnava il lavoro nei campi. Quindi per ogni situazione
dovevano esserci espressioni musicali diverse, perchè con la musica si poteva
celebrare una vittoria in guerra o semplicemente conciliare il sonno. I musicisti
professionisti non erano autodidatti, ma formati in scuole di musica e si pensa che
poi venivano riuniti in corporazioni. Il valore della musica lo si capisce anche se si
pensa che, nel 701 a.C., quando Gerusalemme fu assediata dagli Assiri, il rei dei
Giudei per ottenerne, o quanto meno cercare di ottenerne, il favore offrì loro oltre a
mogli e figlie anche i musicisti, maschi e femmine.
La musica per gli antichi egizi era molto importante, infatti permeò i miti dei loro
dei. Per esempio Osiride era noto come “signore del sistro”, Bes era spesso rappresentata
con un’arpa o una lira. Si intonavano inni agli dei sia ogni giorno che in
festività speciali. I musicisti di corte erano di ceto superiore, molte cantanti donne
erano anche danzatrici. Gli strumenti musicali erano simili a quelli della Mesopotamia,
tuttavia l’arpa era più complessa, infatti nel 1200 a.C. era alta fino a 2 metri. Nell’antico Egitto la musica non cambiò molto nei secoli, le sue tradizioni poi furono conservate dalle accademie musicali. Ma anche qui la musica veniva utilizzata anche dai contadini, infatti vi sono raffigurazioni in cui danzano al suono di canne e tamburi. In poche parole la musica della Mesopotamia e dell’antico Egitto, ereditata dalla civiltà minoica dell’isola di Creta, poi dall’antica Grecia e dall’Impero Romano, fu la fonte della tradizione musicale europea.

Affresco che decora la tomba di Nakht,
uno scriba dell’antico Egitto,
mostra un gruppo di giovani donne che suonano
un’arpa curva, un liuto a manico lungo
e un flauto doppio ad ancia

In India la tradizione musicale ha probabilmente avuto origine nella civiltà della valle dell’Indo, che fiorì tra il 2600 e il 1900 a.C. anche se di questo periodo poco si sa. Ad aiutarci a conoscere meglio questo periodo dal 1500 a.C. circa iniziano a comparire i testi sacri indù chiamati Veda. Questi testi venivano recitati, cantati o salmodiati ed in essi vengono citati anche alcuni strumenti specifici. Si attribuisce al re Ravana, che è un seguace della dea Shiva nell’epica indù del Ramayana, l’invenzione di uno strumento ad arco di bambù e guscio di cocco chiamato ravanatha. Un altro strumento arrivato fino a noi e che nella mitologia indù si dice che fosse suonato dal dio-toro Nandi è il mridangam. E’ un tamburo a due membrane.Si suppone che siano del tempo dei Veda anche i veena, una serie di strumenti a corda che viene pizzicata. Oggi nella musica indiana vengono usati strumenti di
origine medievale, come il sitar e il tabla.

Bassorilievo del palazzo dei re assiri di Ninive,
risalente al VII secolo a.C.,
mostra i musicisti di un’orchestra di corte che suonano
arpe angolari, un flauto doppio ad ancia e un dulcimer

Anche la Cina ha una tradizione musicale molto antica, risale a più di 3000 anni
fa. Sono sempre stati strumenti molto particolari, campane e litofoni andavano per
la maggiore. Erano lastre di pietra appese a una cornice di legno e colpite da un
piccolo martello imbottito. Oltre a flauti e tamburi, nella storia della musica cinese
sono molto importanti anche lo sheng, un organo a bocca fatto con canne di bambù,
e cetre di vario genere. I cinesi hanno sviluppato anche qualcosa in cui si può
dire che siano stati i primi, un’estetica particolare del suono. Sono stati tra i primi a
sfruttare l’effetto del suono che sfuma piano piano nel silenzio.



(fonti: “Musica: la storia illustrata” - di Henry Wadsworth Longfellow)

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