Ukulele intervista a Danilo Vignola

1. Come descriveresti il tuo background musicale?

Ho iniziato a suonare la chitarra elettrica in adolescenza, folgorato dai riff “Trash Metal” e dalla moda Grunge, poi mi sono interessato di più alla musica ed ho frequentato per anni lezioni private da un grande maestro (direttore d’orchestra) sulla teoria musicale e soprattutto la composizione. Durante gli studi universitari (dopo vari esami di antropologia ed etnomusicologia) mi sono appassionato alla musica etnica , in particolare legata all’area mediterranea. Così ho preso lezioni di chitarra flamenco da un altro eccezionale artista che ha proiettato la mia creatività verso mondi totalmente inesplorati. Nel 2008, anno in cui ho vissuto in Spagna,  scopro, ironia della sorte, l’ukulele. Da allora non me ne sono più separato, perché ho ritrovato in questo strumento il perfetto collegamento fra le mie passioni adolescenziali e la mia… ehm… maturità musicale.

2. Qual è il tuo approccio globale alla musica in generale?
La musica amplifica la tua capacità di stare bene attraverso la condivisione di onde salvifiche!
3. Da quanti anni suoni l’ukulele?

Dal 2008.


4. Come hai conosciuto l’ukulele? Chi o cosa ti ha spinto ad iniziare a suonarlo?

In un negozio storico di strumenti musicali sulle Ramblas di Barcellona: avevo un centinaio di euro con me e volevo comprare una chitarra. La più economica ne costava 80, (e me ne restavano 20 per il divertimento notturno), così ho visto un simpatico chitarrino appeso alla parete ed ho chiesto : “cos’è quello?” “un ukulele” mi risponde, “ quanto costa?” gli chiedo, e il negoziante risponde “ 30 euro con custodia ed una pila per orologi per alimentarlo se vuoi amplificarlo”. “Ok lo prendo” dissi al volo, così mi sono ritrovato con uno strumento a corde comodo da portare e con 70 euro per il divertimento notturno in tasca!

5. Quando hai acquistato il tuo primo ukulele, come hai iniziato a capire come si suona? Dove ti sei orientato per imparare a suonarlo? Internet, libri, dvd… o altro?

All’inizio ho adottato l’accordatura tradizionale della mia terra della chitarra battente, così da poter far ascoltare agli amici spagnoli (seppur con un suono insolito) i pezzi tradizionali della taranta, la tarantella e la pizzica ed alcune canzoni della mia terra. Invece, quando accompagnavo i poeti nei caffè letterari durante i reading letterari o quando improvvisavo qualche divertente bulerias con chitarristi flamenco del posto, spesso adottavo la classica accordatura (Sol Do Mi La). Non ci ho messo molto a capire come prendere gli accordi fondamentali e le scale dopo aver consultato un pratico prontuario per ukulele! Per quanto riguarda la tecnica adotto quella mia personale (mediterranea) che ho affinato negli anni, la trovo molto più efficace per le mie esigenze (e mi permette un approccio più originale a questo strumento versatilissimo). Anche se le tecniche tipiche per ukulele mi affascinano tantissimo.

6. Che genere di musica preferisci suonare con l’ukuele? Qual è la tua taglia preferita di ukulele (sopranino, soprano, concert, tenore, baritono, banjolele…)?
Taranta, Tarantella, Heavy Metal, Punk, Grunge e Rumba e soprattutto l’ETHN’N’ROLL . Utilizzo un Soprano (concert) elettrico per i pezzi etnici ed un Tenore elettrico per i brani più Heavy.

 

7. Tu che hai sicuramente provato diversi modelli di ukulele, potresti descrivermi la differenza secondo te?

Mi piacciono tutti, il sopranino è divertentissimo! Il tenore ha il suono più bello, (le esibizioni
migliori (secondo me) ed i più bravi suonatori che ho ascoltato e visto hanno in comune un ukulele tenore). Il soprano mi piace particolarmente con il cantato.

8. Quale taglia di ukulele consigli a chi deve iniziare?

Il soprano, credo sia meglio. Il classico!



9. Oltre alla taglia dell’ukulele, quale marca raccomanderesti a chi è alle prime armi e quale a coloro che vogliono uno strumento valido per suonare seriamente, facendo serate dal vivo?

Per quanto mi riguarda, mi trovo molto bene con gli ukulele Eleuke. Mi permettono di coniugare alla perfezione un suono classico pulito ed allo stesso tempo uno più hard attraverso pedali di distorsione e mega amplificatori (nonostante le corde in nylon). Una potenza sonora che risponde benissimo anche sui palchi molto grandi. Hanno progettato anche modelli acustici adesso. E’ molto economico, per cui è consigliabile sia per chi è alle prime armi che per chi ha una più che considerevole attività live e in studio come me!




10. Quali sono i parametri (tipo di legno, corde, tastiera, ponte, ecc…) che l’ukulele deve avere per essere considerato buono? A quali caratteristiche guardi tu maggiormente?

Non esiste nessun parametro ancora, capace di poter spiegare con esattezza quella alchimia emotiva che si prova quando, a contatto con le dita, hai quello giusto e, con un sussulto leggero ma insostenibile, pensi : “questo è il mio strumento!”

11. Abbiamo assistito, in questi ultimi anni, ad una diffusione crescente dell’ukulele in Italia e nel mondo: secondo te, a che cosa si deve questo boom?

Beh … Marilyn Monroe … Eddie Vedder …
In Italia è merito soprattutto di Jontom, secondo me: sia per la parte didattica che per quella organizzativa di grandi festivals. Poi anche grazie alle interpretazioni di grandi artisti come Adriano Bono , Enrico Farnedi, Ukulollo,…
In Europa mi piacciono molto i francesi Lionel Hubert (U.K.E.) o Adrien Janiak (UkuCool Men) che offrono una versione molto più sperimentale dell’ukulele, così come piace a me. In Inghilterra sta dando un grandissimo contributo la Ukulele Orchestra, la cui risposta italiana, in una versione anche migliore a mio giudizio, è la Sinfonico Honolulu.
Infine, penso che la diffusione dell’ukulele, negli ultimi anni, sia dovuta anche alla tecnologia; che sta permettendo a nuove generazioni di ukulelisti di potersi esprimere come più preferiscono attraverso gli amplificatori ed i multieffetti più disparati, passando dai Deep Purple ai Nirvana attraverso Beatles o Led Zeppelin o proprie creazioni; allontanando un po’ la concezione tipicamente hawaiana di questo strumento. Una tradizione, quella hawaiana, già consacrata dai mostri sacri che la rappresentano.




12. Che consiglio ti senti di dare a chi vuole incominciare a suonare l’ukulele, o comunque è alle prime armi?

Il divertimento è la linfa vitale che nutre la creatività.



13. Siamo arrivati alla fine dell’intervista, ti ringrazio per la pazienza, la gentilezza e la disponibilità. Vuoi chiudere dicendo qualcosa agli appassionati che leggeranno questa intervista?

Meravigliati per meravigliare!

 
Link al nuovo video di Danilo Vignola: http://www.youtube.com/watch?v=osXxchB28i8&feature=youtu.be

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